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Jazz, energia dal pianeta
Progetto didattico sul jazz rivolto agli studenti delle scuole elementari, medie inferiori e superiori verso Expo 2015 e International Jazz Day 2015
Il 2015 è l’anno dell’Expo in cui Milano e l’Italia si mettono in mostra non solo attraverso un sito espositivo ma soprattutto con un processo partecipativo che coinvolge attivamente adulti e giovani attorno al tema: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. L’Expo si confronta con il problema del nutrimento dell’uomo e della Terra e si pone come momento di dialogo tra i protagonisti della comunità internazionale sulle principali sfide dell’umanità.
Anche la conoscenza, la cultura e le arti rappresentano un importante “nutrimento” della mente e dello spirito dell’uomo e contribuiscono, attraverso differenti modalità ed esperienze, a promuovere la libertà, i diritti e la dignità umana, la pace ed il rispetto delle diversità. Questi stessi obiettivi hanno portato l’Unesco, l’organizzazione mondiale per l’educazione, la scienza e la cultura delle Nazioni Unite, a istituire nel 2011 una giornata in cui, in tutto il mondo, si celebra attraverso concerti, dibattiti, conferenze e lezioni, la musica jazz quale forma espressiva che fin dalle sue origini ha rappresentato un linguaggio universale in grado di abbattere le barriere tra i popoli in tutti i continenti, favorendo il dialogo e soprattutto il ruolo attivo dei giovani nei processi di sviluppo dell’umanità. La celebrazione, denominata International Jazz Day, cade in tutto il mondo il 30 aprile di ogni anno, ma proprio per la coincidenza con Expo e l’edizione 2015 di Bergamo jazz, si è pensato di proporre all’interno del festival alcuni interventi preparatori di formazione e informazione sul linguaggio jazzistico rivolti a tutte le scuole di città e provincia.
Il Centro Didattico produzione Musica Europe è promotore dal 1990 della sezione didattica di Bergamo Jazz sia dell’International Jazz Day per la città di Bergamo sotto l’egida dell’Unesco e la partecipazione di oltre cento musicisti. Anche per l’edizione 2015 la proposta del CDpM prosegue la collaborazione con Festival Internazionale del jazz di Malta ospitando uno dei musicisti vincitori dell’annuale Jazz Contest.
I laboratori sono progettati tenendo presente le diverse età evolutive ed utilizzano un linguaggio adeguato di facile fruizione.
Nei mesi antecedenti l’iniziativa verrà inviato alle diverse scuole partecipanti il materiale didattico necessario per una migliore conoscenza delle tematiche trattate durante i vari incontri.
Perché il jazz?
Il jazz nasce in terra americana attraverso un lungo processo durato quasi due secoli durante i quali gli schiavi africani hanno gradualmente conquistato la libertà prima, e i diritti civili dopo, diventando appunto cittadini americani a pieno diritto, fino a giungere nel novembre del 2008 all’elezione del primo cittadino statunitense afro/americano: Barak Obama. Proprio il presidente di una delle più importanti democrazie del mondo in occasione del ritiro del premio Nobel per la Pace consegnatogli “per i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli”, volle in quell’occasione così importante fosse proprio il jazz a rappresentarlo agli occhi del mondo. Anche l’ambasciatore Unesco per il jazz, il leggendario pianista americano Herbie Hancock, ha dichiarato: «Il jazz è suono universale, profondamente antirazzista, capace di colpire il cuore e la coscienza dell’uomo. Per questo si rivolge all’intera umanità di cui diventa patrimonio senza tempo». Ma il jazz, precisa, è soprattutto universale. «Pur scaturendo dall’esperienza degli schiavi afro-americani, si rivolge all’intera umanità. La sua abilità nel trasformare l’evento umano più doloroso e tragico in qualcosa di bello e creativo tocca una corda in ognuno di noi… Il jazz è un regalo della comunità afroamericana al mondo ed è oggi suonato e studiato a tutte le latitudini del pianeta e mi impegnerò affinché venga tutelato come patrimonio immateriale dell’umanità”. La prestigiosa Università di Harvard nello scorso gennaio lo ha nominato Professor of Poetry 2014 Charles Eliot Norton, primo jazzista e primo afro-americano a ricoprire la cattedra fondata nel 1925 e assegnata prima di lui a T. S. Eliot e Igor Stravinsky, Jorge Luis Borges e Frank Stella, Italo Calvino e Luciano Berio. In quell’occasione Hancock inaugurò un ciclo di sei conferenze dal The ethics of jazz(L’etica del Jazz) in cui, con l’ausilio del pianoforte, illustrò alla illustre platea di docenti e studiosi dell’università, il ruolo e l’influenza del jazz nell’evoluzione della musica del XX secolo, diventando da espressione artistica dei neri in America, linguaggio universale non solo sotto un profilo artistico ed espressivo ma anche per i suoi profondi contenuti di libertà, tolleranza, rispetto delle diversità. Il jazz è una musica inclusiva capace di catturare qualsiasi stimolo ed influenza culturale e trasformarlo in uno strumento di espressione e sperimentazione sia individuale sia collettiva secondo una propria metodologia basata sull’improvvisazione, sul dialogo interno tra i musicisti ed esterno con il pubblico, sulla capacità di collaborare in team. Per questo motivo l’esperienza del jazz e dei suoi protagonisti del passato e contemporanei da Louis Armstrong a John Coltrane, da Duke Ellington a Bill Evans non rappresenta solo un’esperienza artistica ma soprattutto un’esperienza di vita da cui trarre insegnamento.
Scuola primaria
Lo strumento voce dall’Africa al Jazz
Giovedì 19 marzo 2015 Auditorium Piazza della Libertà
ore 9.00 -10.30 (I turno) – 10.35 -12.00 (II turno)
Paola Milzani, voce Gabriele Comeglio, sax alto Carlo Muscat, sax tenore (Malta Jazz Festival) Claudio Angeleri, piano Marco Esposito, basso Vittorio Marinoni, batteria
Nel corso della lezione concerto vengono evidenziati i legami tra gli elementi musicali e culturali africani (poliritmo, forma responsoriale, funzioni sociali della musica, la vocalità) e l’espressione vocale dei neri dapprima in terra americana (work song, blues, spiritual) successivamente, attraverso il jazz, in tutto il mondo diventando un linguaggio universalmente condiviso. Nel jazz contemporaneo si possono oggi individuare variegate influenze secondo i diversi contesti storici e culturali con cui viene a contatto senza, per questo perdere l’identità delle origini che costituisce l’elemento di lunga durata di questa musica.
Nel corso dell’incontro verranno fornite alcune semplici chiavi di lettura melodica e ritmica attraverso cui i ragazzi potranno interagire con la musica proposta dal vivo e inserirsi attivamente nella lezione. I brani musicali eseguiti spaziano dalle espressioni vocali delle nero americane delle origini, al blues, a composizioni sacre di Duke Ellington, fino al jazz contemporaneo con influenze ora colte, etniche e popolari
Scuola secondaria di primo e secondo grado
Jazz, un cammino di libertà
Venerdì 20 marzo, Sabato 21 marzo 2015 – Auditorium Piazza della Libertà
ore 9.00 -10.30 (I turno) – 10.35 -12.00 (II turno)
Paola Milzani, voce Gabriele Comeglio, sax alto Carlo Muscat, sax tenore (Malta Jazz Festival) Claudio Angeleri, piano Marco Esposito, basso Vittorio Marinoni, batteria
Il jazz nasce in terra americana attraverso un lungo processo durato quasi due secoli durante i quali gli schiavi africani hanno gradualmente conquistato la libertà prima, e i diritti civili dopo, diventando appunto cittadini americani a pieno diritto, fino a giungere nel novembre del 2008 all’elezione del primo cittadino statunitense afro/americano: Barak Obama. Proprio il presidente di una delle più importanti democrazie del mondo in occasione del ritiro del Premio Nobel per la Pace consegnatogli “per i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli”, volle in quell’occasione così importante fosse proprio il jazz a rappresentarlo agli occhi del mondo. Anche l’ambasciatore Unesco per il jazz, il leggendario pianista americano Herbie Hancock, ha dichiarato: «Il jazz è suono universale, profondamente antirazzista, capace di colpire il cuore e la coscienza dell’uomo. Per questo si rivolge all’intera umanità di cui diventa patrimonio senza tempo». Ma il jazz, precisa, è soprattutto universale. «Pur scaturendo dall’esperienza degli schiavi afro-americani, si rivolge all’intera umanità. La sua abilità nel trasformare l’evento umano più doloroso e tragico in qualcosa di bello e creativo tocca una corda in ognuno di noi… Il jazz è un regalo della comunità afroamericana al mondo ed è oggi suonato e studiato a tutte le latitudini del pianeta e mi impegnerò affinché venga tutelato come patrimonio immateriale dell’umanità”.
Nel corso della lezione/concerto verranno proposti vari esempi stilistici tratti sia dalla tradizione del jazz americano, sia da esperienze musicali colte (Gaetano Donizetti), rock e pop (Hendrix, Beatles) e di ricerca interdisciplinare (Le città invisibili di Italo Calvino) al fine di fornire agli studenti una panoramica sulle direzioni del jazz contemporaneo evidenziando gli elementi di continuità della lunga durata storica del jazz.